Il Reflusso Gastroesofageo. Un’introduzione
Il reflusso gastroesofageo è la causa principale della Malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE )
E’ una malattia cronica ma grazie alle cure è possibile risolvere
La MRGE ha però, specie se mal diagnosticata e/o non trattata o mal trattata, risvolti anche seri e quindi è importante stare in allerta
Sul fronte della diagnosi è diffusa la tendenza da parte dei pazienti a sottovalutare il fenomeno tanto che ci sono studi che riportano come oltre il 50% della popolazione con sintomi non vada dal medico
(Approfondisci l’epidemiologia del Reflusso Gastroesofageo)
Un altro problema è dato da scorrette diagnosi: infatti il principale sintomo della MRGE, la pirosi, può esser facilmente scambiato da un medico superficiale per una gastrite o dispepsia, cioè con problematiche connesse allo stomaco e non al reflusso e all’esofago come invece dovrebbe.
Questo è dovuto al fatto che la percezione che il paziente ha dei propri sintomi , senza più specifici esami diagnostici, spesso è fuorviante sia per il paziente che per un medico
E’ invece importante diagnosticare e intervenire per tempo in quanto il reflusso nel medio lungo periodo può danneggiare seriamente l’esofago e può produrre persino carcinomi nel tratto interessato
Viceversa una diagnosi accurata può avviarti in due direzioni un po’ impegnative ma tutto sommato con pochissimi effetti collaterali e in media altamente efficaci
Parliamo
– della terapia farmacologica ( … oppure … etc…) che sostanzialmente va nella direzione dell’inibizione della secrezione gastrica che risale lungo l’esofago. Nel 30% dei casi dopo qualche anno di cura la malattia potrebbe non presentarsi più
– dell’intervento chirurgico che però va effettuato solo dopo aver escluso altre possibilità e ipotesi e è volto a modificare le “valvole” (ad es. lo Sfintere Esofageo Inferiore o SEI) malfunzionanti e che lasciano risalire l’acido
( Approfondisci la Terapia Chirurgica per il reflusso gastroesofageo )
Lungo tutto il percorso terapeutico grande importanza hanno gli esami diagnostici (ad es. l’esofagogastroduodenoscopia, manometria e pHmetria, impedenziometria esofagea) che permettono di monitorare oltre le “sensazioni” l’evoluzione della malattia e gli eventuali danni o miglioramenti nell’esofago